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BENEDETTA
LUCE
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di Paolo Ferrario e Paola Colombo |
Materiali
Edili,
Giu-Lug, n°40
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Le
ricerche sullo sfruttamento dell'energia solare risalgono agli anni
'60 e hanno avuto delle ricadute tecnologiche molto interessanti. La
prima, la tecnologia più antica detta solare termico, ha sviluppato
dei pannelli in grado di riscaldare l'acqua che comunemente usiamo nelle
nostre case per il riscaldamento dei termosifoni o per l'igiene quotidiana.
La seconda, detta solare fotovoltaico, ha sviluppato dei pannelli dotati
di cellule al silicio che producono energia elettrica. |
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In
entrambi i casi va detto che tali impianti non sono ancora in grado
di risolvere il fabbisogno complessivo di energia elettrica o di acqua
calda pertanto la funzione che svolgono è ancora quella di integrare
i sistemi tradizionali. La loro effettiva convenienza si deve, dunque,
calcolare sul risparmio energetico che garantiscono, vale a dire meno
consumi per il riscaldamento e bollette della luce meno care.
Un'ulteriore pregiudizio da sfatare è che questi impianti dipendano
dalle condizioni meteorologiche o dalle temperature dell'ambiente circostante.
Non è vero, i pannelli sono, infatti, sensibili anche alle radiazioni
solari con frequenza nell'ultra violetto, ovvero quei raggi luminosi,
per noi invisibili, che sono in grado di trapassare le nubi. |
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In
caso di maltempo la gamma delle frequenze dell'energia luminosa utile
si riduce ma non raggiunge mai lo zero. Nelle ore notturne, invece,
l'impianto si arresta ma gli accumulatori ad alta efficienza continuano
ad erogare l'energia elettrica raccolta durante il giorno così come
gli scambiatori di calore proseguono il trasferimento di energia secondo
i principi della termodinamica.
Rispetto ai primi prototipi commercializzati circa 50 anni fa le tecnologie
ed i materiali impiegati hanno fatto passi da gigante e oggi il loro
rendimento ha raggiunto livelli di risparmio economico effettivamente
convenienti e tali da ammortizzare i costi di installazione nel giro
di pochi anni. Purtroppo questi sistemi subiscono ancora una sorta di
inerzia culturale che impedisce loro di diffondersi come meriterebbero,
inoltre, le ricerche condotte nei dipartimenti universitari e negli
istituti di ricerca privati hanno sviluppato delle integrazioni interessanti
per l'edilizia tuttavia manca un rapporto solidale con il mondo della
produzione e una conoscenza delle regole del mercato capace di stimolare
la domanda. |
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Non
ultima, la cosiddetta "promozione del prodotto" oggi condizione indispensabile
per il diffondersi di una nuova tecnologia tanto alternativa quanto
realmente innovativa come il solare.
Gli enti locali e il governo nazionale promuovono queste tecnologie
attraverso incentivazioni di tipo economico. Così è per il programma
detto dei "10.000 Tetti Fotovoltaici", per quello denominato "Comune
Solarizzato" e per quelle iniziative autonome, operate da alcune regioni
d'Italia, che coprono parte delle spese di installazione degli impianti
usufruendo dei contributi stanziati dalla Comunità Europea. Fatta eccezione
per "Comune Solarizzato", destinato agli edifici del demanio pubblico,
gli altri prevedono una collaborazione sinergica tra pubblico e privato.
I soggetti cui tali programmi sono rivolti sarebbero, dunque, i proprietari
degli immobili e le loro diverse associazioni così come gli amministratori
e prima ancora i tecnici e i professionisti capaci di diffondere in
modo puntuale e capillare l'informazione scientifica. |
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Il
vero problema che ancora ostacola la diffusione di queste tecnologie
è l'alto costo di installazione degli impianti e degli interventi di
manutenzione che necessitano di impiantisti specializzati ancora da
formare, tuttavia se allargassimo il punto di vista noteremmo la singolare
presenza di coincidenze favorevoli che potrebbero rendere questi impianti
più convenienti. Sposando la causa della integrazione dei pannelli solari
nell'edilizia con quella della bonifica dell'amianto, spesso presente
in copertura, e, nel caso di Milano, con la legge sul recupero dei sottotetti,
sarebbe possibile attivare politiche di incentivazione più efficaci
che in un colpo solo risolverebbero più questioni di carattere ambientale.
Se la presenza di amianto sulla copertura dei nostri edifici o dei capannoni
industriali consentisse di accedere a finanziamenti più consistenti
capaci di coprire buona parte delle spese di installazione di tetti
solari avremmo, contrariamente a quanto accade oggi, una corsa senza
precedenti agli interventi di bonifica dell'amianto. |
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Analogo
ragionamento per la discutibile legge sul recupero dei sottotetti,
la quale gode oggi delle riduzioni del 36% previste dalla finanziaria
per gli interventi di recupero e manutenzione, ma che potrebbe avere
altre incentivazioni se tali ristrutturazioni comportassero la trasformazione
del tetto in fotovoltaico o prevedessero la rimozione del cemento-amianto.
Avere amianto da denunciare equivarrebbe a possedere una chiave per
rifarsi il tetto a costi ridotti e un'occasione per sposare una speculazione
immobiliare con una causa ambientale. Allo stato delle cose la legge
sui sottotetti di Milano, promulgata per risparmiare quel territorio
a verde della periferia normalmente consumato dalle ville unifamiliari
e dai capannoni industriali, favorisce un innalzamento del centro
città di un piano con un conseguente aumento della densità e del carico
urbanistico degli immobili. Potrebbe essere il caso di rivisitare
la legge motivandola con una sensibilità ecologica più sincera e orientarla
verso la bonifica dell'amianto e verso la causa delle energie alternative.
Con la effettiva integrazione nell'edilizia di questi sistemi per
la produzione di energia, i pannelli solari e quelli fotovoltaici
entrano a tutti gli effetti nell'Architettura, proponendo così al
mondo della progettazione e della composizione una lettura in chiave
energetica del progetto. A differenza delle altre fonti di energia,
quella legata allo sfruttamento dei raggi di luce non è, come si può
ben immaginare, vincolata a precisi centri di produzione ma è distribuita
uniformemente su tutto il territorio, per non dire su tutto il pianeta,
un suo sviluppo e una sua incentivazione produrrebbe, quindi, delle
trasformazioni a livello urbanistico capaci di convertire le nostre
città, tradizionalmente luoghi ad alta entropia, in centrali energetiche.
Da questo punto di vista il solare fotovoltaico offre delle opportunità
sorprendenti, non solo
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può
risolvere il fabbisogno energetico del condominio sul quale è installato,
ma l'eccesso di energia prodotta può essere immesso nella rete di distribuzione
nazionale. Potremmo avere così un contatore della luce che aumenta nei
momenti di picco di consumo ma che diminuisce quando il nostro tetto
o la nostra facciata, opportunamente progettata per ospitare i pannelli,
vende energia alla rete nazionale. Secondo una disposizione dell'Autorità
per l'Energia Elettrica e del Gas (Delibera 13/99) è fatto obbligo per
l'Enel permettere a tutti coloro che intendessero produrre energia da
fonti rinnovabili collegarsi con la rete elettrica nazionale. |
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Dal
punto di vista della composizione architettonica, il solare termico
e quello fotovoltaico introducono interessanti indicazioni progettuali
sulle proporzioni degli edifici. Entrambi i sistemi sono, infatti, legati
a quella che Paul Valery definirebbe l'estensione, ovvero lo spazio
e propongono il raggiungimento di un rapporto armonico tra la superficie
coperta e l'altezza dell'edificio. Infatti, poiché la superficie captante
ha un rendimento energetico preciso, la densità degli abitanti all'interno
del fabbricato non può oltrepassare il limite consentito dalla quantità
di energia autoprodotta, questo accadrebbe naturalmente se come unica
fonte di energia utilizzassimo i pannelli fotovoltaici. |
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Una metafora organica meglio chiarisce il principio in questione: le
bolle di sapone. La tensione superficiale e le forze di coesione del
liquido contenente stabiliscono il volume dell'aria contenuto. E' il
principio naturale dell'ottimizzazione e della economia delle risorse
disponibili che determina un nuovo minimo spaziale, questa volta tridimensionale
e non solo di superficie.
Il posizionamento di questi pannelli sul tetto non è casuale ma per
ottimizzarne il funzionamento è bene che siano perpendicolari all'incidenza
dei raggi solari. Accade così che la loro inclinazione sia di 45° in
Lombardia, di 30° a Roma e di 0° all'equatore. I progettisti non avrebbero
più, dunque, falsi problemi da risolvere, il tetto potrà avere qualsivoglia
inclinazione purché sia solare. Saranno i committenti a valutare l'abilità
e il grado di altruismo del progettista mediante un semplice goniometro
ed un planisfero con i paralleli terrestri. L'integrazione dei pannelli
tanto solari quanto fotovoltaici è prevista anche sulle superfici verticali
dei prospetti grazie allo sviluppo verticale delle facciate continue.
Per meglio esporre i pannelli al sole l'orientamento più indicato è
il Sud o quelle superfici che guardano a Sud con qualche grado di sguincio.
Orientarsi nelle città sarà, dunque, più facile: a meridione ci guideranno
le venature dei pannelli solari mentre ad indicarci la strada per il
settentrione dovrebbe esserci ancora il muschio, come sugli alberi.
Una delle manifestazioni fieristiche più interessanti che raccoglie
i produttori di pannelli solari e fotovoltaici di tutta Italia si svolge
ogni anno a Verona. Il suo nome è SolarExpo e vi partecipano piccole
aziende provenienti da tutta la penisola. I titolari di queste aziende
hanno legato il loro spirito imprenditoriale ad un settore del mercato
delle costruzioni che certamente non consente l'accumulo di grandi fortune.
Hanno tutti un'aria romantica e appartengono alla parte migliore di
quella generazione degli anni 60 che - direbbe Le Corbusier - ama la
vita e tutto ciò che la luce illumina, mentre quell'altra, tradito il
maestro, si ostina ad adorare il sole. |
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Impianti
a solare termico |
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Ogni
impianto costituito da pannelli solari termici svolge sostanzialmente
quattro funzioni: la conversione della radiazione elettromagnetica
del Sole in calore, il trasferimento del calore attraverso un fluido
circolante, l'immagazzinamento del calore e infine la distribuzione.
A tal fine questi impianti sono composti da un collettore per captare
l'energia solare, da un serbatoio per l'accumulo dell'energia termica
e da emettitori di calore.
Purtroppo la fonte luminosa non è continua, l'irraggiamento solare
è soggetto a delle variazioni giornaliere e stagionali pertanto la
maggior richiesta di energia, per il riscaldamento, non coincide con
la maggior disponibilità della radiazione solare. Il problema da risolvere
è quindi legato all'immagazzinamento dell'energia termica quando questa
è disponibile o sovrabbondante, il serbatoio di calore rappresenta
la soluzione adottata per risolvere questo problema.
Occorre precisare che non è possibile un immagazzinamento del calore
a lungo termine, o addirittura per un'intera stagione. L'utilizzo
dell'energia solare deve quindi soprattutto mirare a ridurre il più
possibile i consumi energetici legati a un impianto di tipo tradizionale,
poiché non può completamente sostituirsi ad esso. Rimane sempre necessario
prevedere un'integrazione tra il sistema solare termico e quello tradizionale
per far fronte alle peggiori condizioni climatiche, in modo da essere
certi di avere l'acqua alla temperatura desiderata.
L'impianto tradizionale entrerà in funzione solo se l'acqua del sistema
alternativo non è abbastanza calda. Quindi anziché dover portare l'acqua
alla temperatura richiesta che di solito non è inferiore ai 45-50°C
partendo da 10-14°C dell'acquedotto, l'acqua verrà riscaldata a partire
da temperature superiori, conseguentemente si ottiene ugualmente un
risparmio energetico ed economico.
Naturalmente per garantire un buon rendimento del sistema è molto
importante la qualità dei collettori solari, dei componenti utilizzati,
dei sistemi di controllo e dei sensori, i quali devono essere calibrati
attentamente dopo l'installazione dell'impianto e controllati periodicamente.
I collettori sono in genere montati a moduli sul tetto degli edifici
e possono avere dimensioni variabili a seconda del carico di riscaldamento
richiesto.
La maggior parte dei pannelli solari hanno una superficie captante
che si aggira intorno ai 2 - 3 mq, hanno uno spessore contenuto entro
o i 100mm e un peso che a vuoto in genere varia dai 40 ai 50 kg. L'involucro
ha la funzione di contenere i diversi componenti costituendo un'unità
completa e direttamente applicabile. Quest'ultimo deve garantire l'impermeabilità,
proteggendo gli elementi interni e deve, inoltre, consentire, tramite
appositi fori posti lungo il lato inferiore del pannello, l'uscita
dell'umidità per evitare la condensa sui materiali.
L'involucro può essere in alluminio, in ferro zincato, ecc. e deve
essere resistente agli agenti atmosferici ed alla corrosione.
La superficie superiore è rivestita da un vetro temperato di sicurezza
non riflettente.
Esistono particolari tipi di vetro a basso contenuto di ferro, che
permettono un'alta trasmissione della luce solare migliorando i vantaggi
del vetro normale, e anche speciali vetri a camera con superficie
selettiva e contenenti un gas pesante, capaci di ridurre notevolmente
la dispersione del calore e di aumentare l'effetto serra.
La
funzione del vetro, infatti, oltre a quella di protezione, è anche
quella di far penetrare la radiazione solare sotto forma di energia
luminosa e di impedire l'uscita della radiazione termica, massimizzano
l'apporto energetico.
Al vetro si possono associare diversi materiali allo scopo di ottenere
dei vantaggi, per esempio possono essere usati come ulteriori elementi
selettivi dei film sottili in plastica come il Tedlar o altro.
All'interno dei collettori, è presente un assorbitore costituito generalmente
da una serie di tubi collegati tra loro in cui viene fatto circolare
un fluido termovettore. Gli assorbitori, sono generalmente costituiti
da lastre metalliche, con superficie scura e opaca, ottenuta con vernici
sintetiche applicate solitamente a spruzzo.
Se la superficie è in rame si evita la verniciatura, per sfruttare
al meglio il potere assorbente ed in parte selettivo dell'ossido di
rame. Sulle superfici in alluminio la verniciatura può essere sostituita
con la nichelatura ed un successivo annerimento tramite un processo
di galvanizzazione, o con la ramatura e successiva ossidazione.
Le superfici in ferro possono venire sia verniciate che trattate con
nichelatura o ramatura, con il seguente trattamento di annerimento.
L'assorbitore può essere formato solamente da tubi trasparenti in
vetro, pirex, quarzo o materie simili, in cui occorre annerire gli
elementi captanti contenuti nelle tubature stesse.
In produzione esistono anche assorbitori con superfici sferiche o
paraboliche riflettenti queste ultime vengono usate per dirigere sull'elemento
captante una maggiore quantità di radiazione solare. Il fluido termovettore,
che serve per trasportare il calore captato, in genere è una miscela
con acqua e particolari sostanze anticongelanti, quali il glicole
etilenico, l'alcool, ecc.
Sulla parete inferiore, e sulle pareti laterali del collettore solare
è posto uno strato di isolante (lana minerale o poliuretano avente
spessore 60-70 mm) per evitare le dispersioni di calore e per mantenere
il riscaldamento dell'acqua per più tempo.
Per migliorare il rendimento del sistema e l'immagazzinamento del
calore è necessario anche che l'intero impianto e il serbatoio siano
ben isolati. Alcune perdite di calore sono comunque inevitabili per
cui conviene sistemare il serbatoio di calore e la maggior parte delle
tubature all'interno della casa. Alcune tipologie di collettori solari
hanno all'interno delle tubazioni sottovuoto, per consentire di trattenere
il calore che si crea sulla piastra captante. Il tubo in questione
avendo una bassa inerzia termica trasferisce tutto il calore immediatamente
all'acqua, evitando di disperdere energia termica.
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Esistono
diverse tipologie di impianti solari termici, la cui scelta dipende
da diversi fattori. Innanzitutto dipende dal numero di persone che
utilizzano l'acqua calda (tenendo conto che una persona mediamente
ne consuma 50-60 litri al giorno), dal periodo dell'anno in cui si
sfrutta l'impianto, dal grado di latitudine e dalla località geografica
in cui verrà installato l'impianto.
I collettori dovrebbero essere posizionati in modo da trovarsi ad
angolo retto rispetto alla maggior parte della radiazione solare incidente.
Per esempio, nel caso si volesse massimizzare l'assorbimento di calore
durante i mesi invernali, i collettori dovrebbero essere posizionati
verticalmente sulla facciata rivolta a sud.
Purtroppo non è sempre possibile orientare in modo adeguato i pannelli
soprattutto se sono stati installati su edifici già esistenti, per
questa ragione sarà necessario adottare una superficie maggiore dei
collettori e un maggior capacità del serbatoio.
I pannelli solari dovranno essere installati con inclinazioni diverse
a seconda del periodo di utilizzo previsto, per massimizzare gli effetti
della radiazione luminosa. Se si prevede che l'impianto verrà utilizzato
per tutto l'anno sarà bene inclinare i collettori con un'angolazione
di 45°.
Se il funzionamento avverrà prevalentemente nei mesi estivi, occorre
inclinare i pannelli attorno ai 30°. Viceversa se l'utilizzo è prevalente
nei mesi invernali l'inclinazione dovrà essere attorno ai 60°.
Esistono due modi per far funzionare l'impianto solare, da cui ne
derivano le diverse tipologie di sistemi. Uno è quello della circolazione
naturale l'altro è quello di circolazione forzata.
I sistemi solari a circolazione naturale sono a circuito chiuso e
funzionano senza l'utilizzo di pompe o sistemi elettrici.
Il fluido contenuto nei tubi del collettore quando si scalda diventando
più leggero tende a salire verso il serbatoio passando attraverso
ad uno scambiatore di calore. Questo può avere diverse forme, generalmente
è caratterizzato da un tubo a serpentina in cui scorre il fluido,
ed è immerso nell'acqua contenuta dal serbatoio-accumulatore, posto
all'estremità superiore del collettore.
Il fluido, qui, cede il calore per conduzione all'acqua e diminuendo
di temperatura ridiscende ritornando nel collettore dove verrà riscaldato
nuovamente. L'acqua scaldata nel serbatoio, mediante la pressione
di rete viene inviata nel circuito sanitario. Il sistema deve essere
dotato di una valvola speciale che nelle ore notturne impedisca l'inversione
del flusso.
I serbatoi in genere sono in acciaio inossidabile e sono isolati internamente,
per evitare dispendio di calore e mantenere l'acqua calda per lungo
tempo, anche dopo l'arresto del sistema, di notte.
Questo tipo di sistema è idoneo per un uso familiare e per piccole
utenze, e solitamente ha un peso a vuoto attorno agli 80-100 kg, a
seconda della capacità del serbatoio. Nei sistemi a circuito chiuso
il fluido non viene mai a contatto con l'acqua sanitaria.
Nei circuiti aperti, invece, si utilizza la stessa acqua sanitaria,
che viene prima riscaldata dalla radiazione solare e poi immessa a
pressione, nell'impianto domestico.
Questo sistema è più economico, ma non è impiegabile in zone dove
la temperatura scende sotto lo zero.
I sistemi solari a circolazione forzata funzionano con l'utilizzo
di pompe e componenti elettrici. Questo espediente viene adottato
quando il serbatoio di accumulo non è posto ad una quota superiore
rispetto a quella del pannello solare.
Alcuni serbatoi vengono installati nel sottotetto sotto il pannello
captante. Il flusso del fluido scaldato deve quindi essere diretto
forzatamente verso il basso. Il vantaggio è che con questo sistema
i collettori possono essere posizionati sia sulla copertura sia su
supporti orizzontali come nei giardini o sulle terrazze.
Oltre al serbatoio accumulatore, integrato ad un impianto di riscaldamento
ausiliario, la struttura necessita di una pompa di circolazione, nonché
di tubazioni, di valvole e da un vaso d'espansione. Inoltre un sistema
di regolazione elettronico deve controllare la temperatura nell'accumulatore
e confrontarla con quella del fluido nel collettore, cosicché se quest'ultima
è maggiore la pompa di circolazione entrerà in funzione.
L'efficacia dei sistemi solari per la produzione di acqua calda sanitaria,
utilizzando collettori con superficie netta captante di 4 mq, arriva
ad essere del 70% del fabbisogno annuo medio per una famiglia di quattro
persone.
Il risparmio è significativo quando va a sostituire un impianto a
gas, ed è nettamente maggiore quando sostituisce un boiler elettrico.
Altri vantaggi forniti dal sistema solare è che con il minor utilizzo,
con completo spegnimento nei mesi estivi, dell'impianto tradizionale
si prevede per quest'ultimo un allungamento della durata di vita,
con ulteriore risparmio economico.
Molte case produttrici dei sistemi solari hanno realizzato impianti
centralizzati destinati al riscaldamento non solo di acqua ad uso
domestico per piccole abitazioni, ma anche per grandi strutture collettive.
Il principale utilizzo dell'impianto solare delle grandi strutture,
come per le singole abitazioni, si ha per la produzione di acqua calda
ad uso sanitario ma a questo utilizzo si aggiunge la possibilità di
riscaldare l'acqua per esempio per le piscine o di altre strutture
o impianti sportivi.
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Impianti
fotovoltaici
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La tecnologia
fotovoltaica ha avuto il suo primo sviluppo verso la fine degli anni
Cinquanta all'interno dei programmi di ricerca aerospaziale. Successivamente,
negli anni Settanta e Ottanta, dopo la crisi petrolifera, la ricerca
e le sperimentazioni dei sistemi fotovoltaici si sono estese sempre
più anche alle applicazioni terrestri.
Lo sviluppo tecnologico di questo settore ha permesso riduzioni di
costo, dei moduli fotovoltaici, aumentandone nel contempo il rendimento.
Il processo fisico su cui si basa la tecnologia fotovoltaica è l'utilizzo
di alcuni materiali semiconduttori che hanno la capacità, se opportunamente
trattati, di generare direttamente energia elettrica quando vengono
esposti alla radiazione solare.
Il componente principale è la singola cella che collegata ad altre
compone il modulo fotovoltaico. Ogni pannello, composto a sua volta
da più moduli, viene prodotto in dimensioni differenti, tali da avere
diversa potenza a seconda dell'utilizzo. La cella fotovoltaica più
comune è costituita da silicio monocristallino o policristallino,
ha uno spessore di 0,25-0,35mm ed è di forma quadrata con superficie
di 100 cmq. Le celle hanno la capacità di convertire in elettricità
circa il 13% dell'energia solare.
Quelle al silicio cristallino garantiscono il miglior rendimento nella
conversione in energia elettrica. Più precisamente il silicio monocristallino
ha rendimenti che vanno dal 15 al 17%, mentre il policristallino dal
12-al 14%, ma quest'ultima tipologia ha costi leggermente più bassi.
Per far fronte all'ancora elevato costo della cella fotovoltaica è
in via di sviluppo un'altra tecnologia. Questa si basa sulla deposizione
di un sottilissimo strato di materiali semiconduttori quali il silicio
amorfo e altri semiconduttori composti policristallini.
Questo tecnica consente un impiego più versatile in quanto permettere
di depositare i film sottili direttamente sugli elementi che compongono
le facciate degli edifici. Il funzionamento della cella è simile a
quello di una piccola batteria. Se prendiamo in riferimento il valore
del soleggiamento in Italia, cioè supponendo come standard 1 kW/mq
con una temperatura di 25°C, la cella produce una corrente di 3 A,
alla tensione di 0,5 V.
La potenza della cella fotovoltaica viene misurata in Watt di picco
e nelle condizioni sopraccitate è di 1,5 Wp. Sulla superficie della
cella è posta una griglia metallica frontale che occorre per raccogliere
le cariche elettriche; posteriormente, per elettrodeposizione o serigrafia,
è posto il contatto elettrico.
È all'interno della cella che avviene la conversione della radiazione
solare in corrente elettrica, internamente è, infatti, presente un
dispositivo formato da un sottile strato di materiale semiconduttore
che comunemente è il silicio.
Questo materiale è di norma drogato, questo procedimento prevede l'inserimento
nella struttura cristallina di atomi di boro e viene definito drogata
p. Una faccia della fetta viene invece drogata con piccole quantità
di fosforo (drogata n), cosicché si genera un campo elettrico nella
zona di contatto fra i due strati a diverso potenziale.
La cella utilizza solamente la banda di frequenza dell'ultravioletto
e dell'infrarosso della radiazione incidente. Con l'esposizione ai
raggi solari si generano internamente delle cariche elettriche e tramite
un utilizzatore legato alle due facce della cella si crea un flusso
di elettroni sotto forma di corrente continua. Le celle vengono assemblate
in strutture più grandi, robuste e maneggevoli chiamate moduli.
Questi tipi di moduli hanno una potenza di picco che varia dai 50
agli 80 Wp, con tensione di 17 V che permette agli stessi di poter
essere accoppiati ad accumulatori da 12 volt di corrente continua
nominale. Il rendimento di queste strutture va dal 10-al 13%.
Per fabbricare i moduli occorre innanzitutto una connessione elettrica
cioè si devono collegare in serie o in parallelo le singole celle,
ottenendo valori di tensione e corrente desiderati a seconda dell'utilizzo.
Successivamente si devono incapsulare le celle fotovoltaiche fra una
lastra di vetro e una di plastica, tramite laminazione a caldo di
materiale polimerico.
Questo fa sì che le celle siano protette e che la radiazione solare
possa passare attraverso la superficie trasparente per essere "catturata".
L'incapsulamento fa anche in modo che la temperatura delle celle non
aumenti ulteriormente.
Mentre la vita delle celle è infinita quella del modulo dipende dalla
durata dell'incapsulamento ed è attorno ai 25-30 anni. I moduli devono
essere montati in una cornice che dia robustezza e permetta l'ancoraggio.
In Italia, mediamente, 1mq di superficie captante produce in un anno
220 kWh/anno.
In inverno vengono prodotti in media 0,35 kWh/giorno, mentre in estate
0,83 kWh/giorno.
Tenendo conto che il consumo di energia per una famiglia è mediamente
di 3000kWh/anno,per soddisfare questa richiesta è necessaria una superficie
dei moduli di 17 mq, inclinati a 20°-30° rispetto il piano orizzontale.
Bisogna quindi servirsi di più moduli per far fronte alle diverse
richieste delle utenze. I parametri elettrici per valutare le caratteristiche
di un generatore o campo fotovoltaico sono la potenza nominale e la
tensione nominale.
La Pn è la potenza erogata dal generatore nelle condizioni standard
di irraggiamento di 100W/mq e di temperatura di 25°C, mentre la Tn
è la tensione a cui viene erogata la potenza nominale.
Gli impianti fotovoltaici possono essere installati anche in edifici
isolati, dove l'energia prodotta soddisfa i consumi quotidiani mentre
la parte in eccedenza viene accumulata in apposite batterie.
Il vantaggio, invece, della produzione di energia elettrica fotovoltaica
per utenze che siano anche allacciate alla normale rete di distribuzione
energetica, è rappresentato dalla possibilità di immettere in rete
ogni eventuale sovrapproduzione di corrente.
In ogni caso l'impianto deve essere dotato di un convertitore per
immissione in rete. Il suo nome è inverter ed ha la funzione di convertire
l'energia prodotta dal generatore fotovoltaico nella forma più adatta
per essere immessa nella rete elettrica. Naturalmente nel caso in
cui l'utenza sia isolata dalla rete l'impianto deve possedere un sistema
di accumulo.
Questo per fare in modo che si immagazzini energia per soddisfare
il carico anche in condizioni di irraggiamento insufficiente. In genere
gli accumulatori sono dimensionati in modo da garantire un'autonomia
di 4-5 giorni. Un esempio di impianto isolato può essere rappresentato
dal lampione fotovoltaico utile per l'illuminazione stradale.
Il funzionamento avviene nel modo seguente: di giorno le celle solari
convertono l'energia incidente in elettricità, che viene temporaneamente
accumulata in una batteria. Al tramonto un sensore crepuscolare aziona
un interruttore che preleva energia dalla batteria per attivare la
lampada. Il mattino seguente, quando il sensore rileva la luce del
sole, si fermano le luci e il sistema torna ad accumulare energia.
La tecnologia fotovoltaica ha avuto una larga diffusione soprattutto
per l'alimentazione di utenze elettriche in quelle località dove non
è ancora presente la rete pubblica o dove sarebbe troppo costoso far
arrivare le linee elettriche.
L'energia fotovoltaica può essere utilizzata, per utenze isolate,
per far funzionare pompe dell'acqua, per la potabilizzazione, per
la segnaletica stradale, per ripetitori, nonché per l'illuminazione
e per altro ancora.
Inoltre l'utilizzo di questa energia può avvenire tramite piccoli
impianti, collegati alla rete a bassa tensione, o tramite grandi impianti
o centrali di generazione collegati alla rete elettrica. I pannelli
fotovoltaici possono essere installati sui nostri fabbricati e possono
essere montati con semplicità sia sulle superfici piane che su quelle
inclinate.
Nel caso di montaggio sulle nuove costruzioni i costi di installazione
saranno evitati, in quanto i pannelli possono essere utilizzati come
rivestimento e possono essere integrati tra gli elementi della costruzione
come le tegole ed infiniti altri.
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Ringraziamenti
Ing. Paolo Francesco Vivoli (Enea - Roma)
Vincenzo Bari (Eco Solar System - Gallipoli) |
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