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MATTONI
FACCIA VISTA
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di Paolo Ferrario |
Materiali
Edili ,
Giu-Lug 2000, n°7
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La
ricostruzione postbellica degli anni '50 e '60, ha contribuito alla
industrializzazione del comparto edile e al graduale abbandono delle
antiche tradizioni costruttive. L'attivazione di processi di produzione
industriale era conseguente a quella forte domanda di nuovi insediamenti
residenziali e produttivi che oggi costituiscono la "seconda periferia"
delle nostre città maggiori. La rapidità ed i costi contenuti con cui
questi insediamenti dovevano essere realizzati ha comportato una ottimizzazione
dell'organizzazione del cantiere e l'introduzione di nuovi materiali
quali il cemento nelle sue diverse accezioni (prefabbricato, centrifugato,
vibrato, ecc.) che ha rapidamente sostituito il cotto nella storia dell'architettura. |
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I
decenni successivi sono stati, invece, caratterizzati da un differente
ciclo edilizio costituito dalla puntiforme realizzazione su tutto il
territorio nazionale di seconde case e ville unifamiliari. Queste nuove
costruzioni sono state realizzate soprattutto nei luoghi turistici o
lungo i cosiddetti "corridoi urbani" e hanno dato vita alla cosiddetta
"periferia diffusa" abitata da persone estranee al contesto e per forza
di cose indifferenti all'architettura locale e storica. A questo evolversi
del mercato edilizio non sono rimasti indifferenti i protagonisti dell'offerta.
Alcune grosse imprese edili e industrie del settore hanno messo a punto
sistemi costruttivi detti "in prefabbricato", mentre altre, di più piccole
dimensioni, hanno basato la loro attività su processi di costruzione
detti "in tradizionale". |
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Entrambe
le categorie che ho evidenziato hanno fatto e fanno ancora largo uso
dei nuovi materiali che l'evoluzione scientifica e tecnica mette a loro
disposizione come il calcestruzzo, l'acciaio e il vetro, e sono dunque
ben lontane da quel mondo "artigianale" della costruzione a cui è legato
l'utilizzo del mattone faccia a vista. Ritenere quindi che la semplice
adozione di questo materiale sia l'espressione della volontà di recuperare
oggi antiche tradizioni costruttive è dunque fuorviante in quanto raramente
il mattone di argilla cotto viene utilizzato con funzione strutturale
e portante come un tempo. E' più probabile invece che tanto la prefabbricazione
che il tradizionale ripropongano il cotto a vista solo sull'onda di
una più attenta contestualizzazione cromatica della nuova architettura.
Oggi, grazie ad un generale incremento degli interventi di tutela e
conservazione del nostro patrimonio edilizio storico, sono assai diffuse
ristrutturazioni o completamenti che per analogia con l'antico riprendono
l'utilizzo del mattone faccia a vista in coerenza con i piani urbanistici
di recupero e con i piani del colore comunali. Alcuni sostengono però
che l'operazione svolta è spesso solo di superficie, contemporaneamente
infatti non viene tutelato e conservato quel patrimonio di conoscenze
tecniche e quella abilità delle maestranze che sono state azzerate dal
processo di industrializzazione e che sono strettamente legate all'utilizzo
di questo antico componente delle murature. |
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Accanto
a questo fenomeno va sottolineato che, sulla spinta di istanze di
qualità dei processi produttivi e più in generale ecologiche, stanno
moltiplicandosi, soprattutto nel centro Italia, piccole e piccolissime
aziende che ricuperano la tradizione del mattone fatto a mano mentre
un numero sempre più crescente di scuole edili sperimentano dei laboratori
nei quali viene riattivato il sapere tecnico legato alla messa in
opera dei mattoni pieni in argilla. Il ricupero di processi produttivi
di tipo artigianale, in cui la materia prima, le condizioni di cottura
e quelle di essiccazione fanno di ciascun mattone un caso particolare,
genera prodotti spesso non perfettamente isomorfi e isotropi la qual
cosa rende le murature discontinue nel colore e nella forma e restituisce
così anche visibilmente la differente genesi. In questi casi la materia
prima utilizzata è spesso estratta da cave di argilla adiacenti alle
industrie di trasformazione cosa che contribuisce a radicare in un
determinato contesto tanto la produzione quanto il consumo e particolare
attenzione viene posta all'impatto ambientale di queste unità produttive
grazie ai controlli effettuati sulle acque di scarico e sulle emissioni
di gas inquinanti.
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In più le aziende tendono a bandire l'utilizzo di sostanze additivanti
secondo i principi della moderna bio-architettura e viene così a delinearsi
un modello di qualità radicalmente differente da quella standardizzata
secondo i processi di produzione conformi alle norme e alle certificazioni
ISO tipiche della grande industria.
A questa ricerca di disomogeneità e difformità della cortina di mattoni,
aspetto che rende il mattone faccia a vista particolarmente gradito,
le aziende più grosse hanno dato una risposta mettendo sul mercato mattoni
con additivi cromatici o trattati con sabbiatura che mantengono una
sostanziale uniformità nelle resistenza termica e meccanica ma ad esse
uniscono una disomogeneità di sola superficie grazie alla quale è possibile
ottenere effetti di rustico o bugnato.
Il processo produttivo si avvale di stampi appositamente costruiti attraverso
il calco dei campioni originali da imitare oppure mediante una riproduzione
del campione con del lattice di gomma. In questo modo la tecnologia
detta a "pasta molle" permette di ottenere mattoni con le stesse irregolarità
degli antichi laterizi confezionati artigianalmente. |
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Oltre a questa irregolarità cromatica va detto che tale processo produttivo
mantiene inalterata la naturale disposizione disordinata della struttura
lamellare dell'argilla, caratteristica, questa, che conferisce al laterizio
notevoli doti di resistenza alle sollecitazioni meccaniche ed alle intemperie.
Anche dal punto di vista energetico il giudizio su questo tipo di muratura
ha subito una radicale inversione di tendenza
.I mattoni pieni in laterizio vengono nuovamente considerati una soluzione
efficace per le prestazioni di isolamento termico che offrono soprattutto
dal punto di vista del contenimento degli sbalzi di temperatura tra
il giorno e la notte. Grazie alla maggiore inerzia termica permettono
una riduzione dei costi energetici per il riscaldamento e il condizionamento
quotidiano.
L'industria del mattone ha dunque da sorridere e insieme ad essa il
suo indotto costituito dai cavatori e da quanti per le facciate in mattoni
a vista forniscono pezzi speciali ed ancoraggi metallici.
La commistione di mattoni faccia a vista usati come elementi di tamponamento
e le solette in cemento armato, una volta inesistenti, ha sviluppato,
infatti, la produzione di elementi particolari ed accessori quali i
listelli o gli angolari o varianti del tradizionale parallelepipedo
che sostituiscono oggi gli antichi marcapiano aggettanti o le paraste
a tutta altezza che un tempo erano il territorio espressivo degli scalpellini
del marmo e della pietra. |
Le facciate a vista in cotto, oltre ad essere realizzate col tradizionale
mattone disposto secondo le diverse tessiture regionali, ultimamente
hanno trovato una commistione anche con specifiche componenti della
prefabbricazione edile. Una nota azienda, la RDB, ha messo a punto il
sistema LLEAR che apre un nuovo settore di applicazione del cotto applicato
alle facciate ventilate. La facciata è costituita da montanti in acciaio
agganciati alla parete esistente che reggono, mediante distanziatori
e mensole, dei tavelloni in argilla cotto estruso delle dimensioni pari
a 50x20x5 cm. L'effetto cromatico è quello del cotto ma delle murature
in mattoni faccia a vista e del loro mondo rimane solo il nostro ricordo. |
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Modalità
di stoccaggio e messa in opera dei mattoni
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Per
le modalità di stoccaggio dei mattoni molte aziende consigliano di conservare
il prodotto all'interno dei pacchi isolandoli dal contatto diretto col
terreno e dall'azione diretta delle piogge in modo che non si bagnino,
mentre per la messa in opera raccomandano di prelevare i mattoni da
almeno tre confezioni contemporaneamente e per file verticali al fine
di distribuire le singole partite di mattoni uniformemente nella muratura.
Ogni partita può infatti avere delle sfumature leggermente differenti
dall'altra e poiché ogni pacco rispecchia la posizione nel forno al
momento della cottura si verificano sempre delle variazioni di tonalità
dal basso verso l'alto. |
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Tale variazione risulta evidente se una stessa partita di mattoni viene
concentrata in una zona del muro mentre è quasi irriconoscibile se distribuita.
Durante la posa in opera dovrà essere controllata frequentemente la
verticalità degli spigoli, il regolare sfalsamento dei giunti verticali
e la planarità del corso dei mattoni. A questo controllo particolare
è bene aggiungere un controllo generale effettuabile allontanandosi
dal muro per avere una visione d'insieme del lavoro effettuato.
La malta è bene che sia a base di calce senza additivi onde evitare
che dei sali solubili possano essere assorbiti dal mattone o che contribuiscano
a variare la tonalità della malta durante tutta la fase di messa in
opera.
I giunti tra i mattoni sono infatti anch'essi visibili e collaborano
al gioco cromatico della muratura. |
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Al termine
dell'esecuzione, è bene attendere che la parete si asciughi poi è
opportuno rimuovere i residui di malta mediante una soluzione acquosa
contenente dell'acido cloridrico al 10%. Per quanto riguarda i giunti
tanto orizzontali che verticali è bene che siano pieni e ben costipati
di malta. Al termine della reazione di presa tale eccesso di legante
consente di realizzare per semplice asporto di materia dei giunti
rotondi, a sguincio oppure ad angolo. Tali giunti realizzati con appositi
strumenti e mani esperte favoriscono il deflusso dell'acqua o ne possono
rallentare il processo di assorbimento da parte della malta.
Ricordare questi semplici accorgimenti per una corretta esecuzione
per opere murarie in cotto a vista risulta un semplice esercizio accademico
se non si tiene conto che la singolarità di ogni mattone e la specificità
di ogni muratura fanno si che sia indispensabile l'esperienza quotidiana
delle maestranze. In molti casi questo sapere tecnico è ancora diffuso
e difficilmente è riassumibile in un articolo tecnico. Certo è invece,
che tale patrimonio è costantemente mortificato da ragioni di economia
di tempo e di costo.
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