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SAN
GERARDO DI MONZA - UN IMPIANTO ELETTRICO RAZIONALE
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di
Paolo Ferrario |
Elettro,
Giu 2000, n°7
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A
testimonianza del rapido evolversi delle aziende che svolgono un servizio
completo di installazione degli impianti elettrici, la Siemens-ATD ha
da pochi mesi ultimato un lavoro molto complesso alle porte di Milano
che qui descriviamo. Dall'impianto elettrico a quello antincendio i
sistemi, tra loro integrati, distribuiscono energia, svolgono un'azione
di monitoraggio continua e, in caso di avaria o pericolo, si disattivano
automaticamente. |
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A
Monza, presso l'Ospedale San Gerardo Nuovo, è stato da pochi mesi ultimato
un nuovo complesso edilizio destinato ad ospitare la Facoltà di Medicina
dell'Università Statale di Milano. Il progetto architettonico è stato
affidato a Remo Dorigati, architetto funzionalista che ha saputo tradurre
sia negli alzati che nelle piante dell'edificio tanto la razionalità
distributiva quanto la purezza delle forme e dei volumi proprie di questa
filosofia progettuale.
La zonizzazione delle funzioni e la articolazione semplice dei corpi
di fabbrica hanno facilitato la ATD, ovvero il settore Impianti e Servizi
Tecnici della Siemens, nella messa a punto del progetto impiantistico
che, come si può ben immaginare, è di grande complessità dovendo in
un solo tempo servire: aule di insegnamento, uffici, biblioteche e complessi
laboratori di ricerca. |
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Il
progetto architettonico ha semplificato l'installazione degli impianti
in quanto i percorsi orizzontali, quelli verticali (come le scale e
gli ascensori) e gli spazi destinati alla permanenza delle persone si
susseguono con un ordine gerarchico preciso ed analogo a quello con
cui l'energia viene distribuita nell'edificio sino al raggiungimento
delle singole utenze. La descrizione che segue dell'impianto attinge
largamente dalla relazione stilata dalla responsabile del progetto,
l'Ing. Alessia Varalda, della Siemens-ATD e presentata alla stampa nel
giugno scorso. |
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Impianto
elettrico principale |
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L'energia,
fornita dall'Enel a 15 KV, viene accolta da una apposita cabina realizzata
ad una estremità dell'isolato e grazie a delle corde unipolari interrate
raggiunge la cabina di trasformazione situata al primo piano interrato
dell'edificio. Qui un quadro di media tensione, dotato di due trasformatori
da 1600 KVA e installati in apposite celle, trasforma l'energia. I suddetti
trasformatori di media tensione, dotati di interruttori automatici,
non lavorano in parallelo pertanto il quadro è predisposto per l'alloggiamento
di un terzo trasformatore che per aggregazione modulare è capace in
futuro di potenziare l'impianto. L'energia raggiunge poi il quadro di
bassa tensione, situato in un locale attiguo, mediante due collegamenti
su blindosbarre, dove l'energia elettrica viene ulteriormente preparata
per la risalita nell'edificio e la distribuzione puntuale. Una serie
di precauzioni garantiscono la continuità della fornitura dell'energia
in condizioni di sicurezza: il quadro di bassa tensione, per esempio,
serve tutti gli automatismi di media e alta potenza ragion per cui sul
quadro sono installati dei disgiuntori con blocchi elettrici che permettono
ad un solo trasformatore, in caso di avaria dell'altro, di alimentare
l'impianto generale. Contro ogni inconveniente sul quadro di bassa tensione
è presente anche una sezione di arrivo dal gruppo elettrogeno con commutatori
automatici dei carichi preferenziali da rete a gruppo che può fornire,
in caso di emergenza, l'energia ai servizi fondamentali. Un gruppo di
continuità, infine, alimenta l'illuminazione di emergenza e le utenze
di forza motrice (ascensori, montacarichi, cancelli, ecc.). |
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Distribuzione
secondaria |
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Dal
quadro generale di bassa tensione si sviluppa per progressiva ramificazione
una serie di cavi che alimentano i quadri secondari distribuiti nell'edificio.
I cavi dal piano interrato raggiungono i piani ultimi percorrendo l'edificio
in appositi cavedi ispezionabili e collocati in prossimità dei percorsi
destinati alla movimentazione verticale degli utenti dell'edificio,
le scale e gli ascensori. Dai quadri di piano, situati nei cavedi stessi
e divisi in tre sezioni (normale - preferenziale - continuità), l'energia
utile raggiunge i quadri di zona mediante continue derivazioni a spina.
I cavi sono multipolari o conduttori unipolari a bassa emissione di
gas tossici (Afumex) che scorrono in apposite blindosbarre lasciate
a vista nei locali tecnici oppure nascoste nel controsoffitto nei locali
destinati alla permanenza delle persone. Ogni quadro di piano è opportunamente
dotato di protezione contro i sovraccarichi, i cortocircuiti e le dispersioni
grazie a degli automatismi tarati in modo differente a seconda dei casi. |
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Impianto
di messa a terra ed equipotenzializzazione
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Una
particolare attenzione è stata riservata al generale impianto di messa
a terra e alla equipotenzializzazione delle masse metalliche. La messa
a terra è garantita da dispersori a picchetto di 2 metri di lunghezza
posizionati lungo il perimetro dell'edificio, posti a distanze uniformi
uno dall'altro e ispezionabili tramite pozzetto. Ogni dispersore a punta
è stato poi collegato col precedente e col successivo mediante un piatto
in acciaio zincato a contatto diretto col terreno. Il pavimento della
cabina di media tensione ospita, invece, una maglia elettrosaldata in
acciaio collegata ai dispersori verticali ed ai plinti di fondazione.
L'abitudine di collegare l'impianto di messa a terra con i ferri delle
strutture è tuttavia una scelta controversa, alcuni sostengono infatti
che tale collegamento genera de flussi di corrente nelle parti strutturali
dell'edificio che indeboliscono la coesione tra i ferri e il cemento.
La medesima questione si ripropone anche durante i lavori di costruzione
nell'edilizia quando si è soliti equipotenzializzare tra loro tutte
le macchine presenti nel cantiere e metterle a terra collegandolele
ai ferri di armatura delle strutture in costruzione. La connessione
di equipotenzializzazione, nel caso del San Gerardo, comprende: i condizionatori,
i frigoriferi, le tubazioni principali di distribuzione dei liquidi
e dei gas comburenti, l'impianto di condizionamento e le blindosbarre. |
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Gli
impianti supplementari |
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Oltre
all'impianto propriamente elettrico la Siemens-ATD ha curato anche
l'impianto di illuminazione, quello citofonico, l'impianto di rilevazione
degli incendi e il sistema di rilevamento delle fughe di gas. Il progetto
illuminotecnico, coerente con le direttive della norma UNI 10380,
prevede l'impiego di corpi illuminanti differenti a seconda del tipo
di utenza. Un'ottica Dark Light è stata utilizzata per le aree in
cui era necessario l'ottenimento di una luce diffusa, raggiunta mediante
l'utilizzo di corpi illuminanti in lamiera di acciaio con schermo
a doppia parabolica e antiriflesso. Nelle situazioni più critiche,
come i laboratori di ricerca, sono stati installati dei corpi illuminanti
antideflagrazione al fine di non compromettere la sicurezza degli
utenti. Faretti fissi e orientabili sono stati collocati, invece,
nell'ingresso e in corrispondenza delle cattedre nelle aule di lezione.
In tutti gli ambienti di lavoro è stato comunque garantito un livello
di illuminazione pari a 5 lux obbligatorio secondo le norme di igiene
sul lavoro. L'impianto di rilevazione degli incendi ha la sua centrale
operativa in un locale attiguo alla portineria. In caso di incendio
il sistema è dotato di sistemi di intervento manuale ed automatici
che attivano delle saracinesche per il blocco della distribuzione
dell'aria nei locali al fine di arginare la propagazione dell'incendio
e dei fumi prodotti dalla combustione. Il sistema, predisposto per
attivarsi con diverse misure di intervento a seconda del pericolo
individuato, è vigile 24 ore su 24. Il sistema di rivelazione delle
fughe di gas è interconnesso con quello antincendio e prevede un duplice
intervento in caso si riveli la presenza di un pericolo: l'arresto
locale della fornitura del gas e l'attivazione di cappe aspiranti
che eliminano i depositi pericolosi. Nel caso in cui il pericolo dovesse
propagarsi ed il segnale di allarme fosse emesso da più di un sensore
la Siemens prevede la totale sospensione dell'energia da lei stessa
distribuita e l'attivazione del circuito elettrico di emergenza per
consentire l'immediata evacuazione dei locali.
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