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IL
FASCICOLO DEL FABBRICATO E IL MONDO DELLE ASSOCIAZIONI
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di Paolo Ferrario |
Elettro,
Mag 2000, n°5
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Una
nuova legge istituirà presto il Fascicolo del Fabbricato, un documento
senza il quale in futuro non potremo attenere alcuna autorizzazione
amministrativa in merito ai nostri immobili. Il documento, redatto da
un tecnico abilitato, comporta anche una verifica della messa a norma
degli impianti elettrici. |
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Con
la legge 4339bis collegata alla finanziaria del 2000, in discussione
al senato, il nostro governo intende istituire il cosiddetto Fascicolo
del Fabbricato. Una sorta di carta di identità degli immobili esistenti
e prossimo venturi destinato a raccogliere tutta la documentazione relativa
alle condizioni geologiche del terreno su cui poggia il fabbricato,
le verifiche di congruenza delle parti strutturali e le certificazioni
della effettiva messa a norma delle componenti impiantistiche dell'edificio.
Molte voci sostengono essere questa una trovata elettorale tesa a rendere
più appetibile la finanziaria, che sappiamo essere la chiave di volta
di ogni governo in carica, ma il testo della legge in questione (reperibile
presso il sito Internet www.parlamento.it) è il frutto di un lungo studio
attivato dal CNEL allorquando ministro dei lavori pubblici era l'onorevole
Antonio di Pietro. La questione è, tuttavia, tornata oggi alla ribalta
in coincidenza dei crolli avvenuti in alcune delle nostre città, crolli
che hanno causato numerose vittime |
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Diritti e doveri |
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L'istituzione
di questo fascicolo comporta alcuni obblighi per il proprietario dell'immobile,
per gli enti comunali e per i tecnici abilitati alla sua compilazione.
La sua potenziale novità risiede nelle maggiori responsabilità conferite
ai professionisti abilitati che nel redigere il documento dovranno assumersi
la responsabilità di verificare che le norme siano state effettivamente
rispettate mentre al proprietario è imposto l'obbligo di conferire l'incarico.
Alcune pratiche comunali destinate ad autorizzare nuove edificazioni
e trasformazioni anche solo funzionali degli immobili potrebbero essere
negate se tale fascicolo non fa parte della documentazione consegnata
all'amministrazione competente. Per quanto riguarda la parte impiantistica
un capitolo del fascicolo è destinato a verificare la corrispondenza
dell'impianto elettrico alla normativa vigente e pertanto il rispetto
della ormai proverbiale 46/90 e delle leggi relative all'impiantistica
elettrica. L'intento è dunque quello di sistematizzare quell'insieme
infinito di certificazioni che gravitano attorno ai fabbricati al fine
di istituire una anagrafe del patrimonio edilizio nazionale entro i
prossimi dieci anni. |
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La
concertazione |
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Il
metodo adottato per redigere gli articoli di questa legge è stato di
natura partecipativa, facendo della concertazione con le associazione
di categoria, conclusasi il 6 aprile, uno strumento per declinare meglio
ogni articolo e prevenire le difficoltà applicative di questi ultimi.
Le difficoltà connesse a questo metodo sono notevoli se si tiene conto
che, data la natura complessa del mondo delle costruzioni, ogni proposta
di gestione del fenomeno finisce per coinvolgere una pluralità quasi
infinita di soggetti. Contro l'inefficacia delle leggi della prima repubblica,
che alcuni attribuiscono al "differenziale" tra politica e società,
oggi i politici illuminati della seconda o forse della terza repubblica
intendono confrontarsi direttamente col cosiddetto terzo settore. Affinché
tale processo, finalizzato a ridurre le differenze tra il paese reale
e quello formale, possa essere efficace è necessario che le singole
associazioni diventino soggetti attivi e propositivi e non si chiudano
in un atteggiamento antagonista destinato all'esclusiva funzione protezionistica
dei propri soci. Nell'indagine, condotta presso alcune associazioni
del comparto elettrico poche risultano essere al corrente del disegno
di legge. Il lavoro svolto dal governo rischia di passare nell'indifferenza
totale proprio di quei soggetti che più ne verranno coinvolti. Denominatore
comune della lamentazio delle associazioni: il non essere stati opportunamente
consultati, segno di un cattivo rapporto con le istituzioni che ereditiamo
dal passato e delle difficoltà dei politici nell'attivare nuovi processi
decisionali. |
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Il
parere delle associazioni |
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Alcune
associazione hanno tuttavia elaborato dei documenti con proposte che
integrano ed emendano la legge, l'Associazione ambiente e Lavoro, per
esempio, sottolinea come l'assenza di un meccanismo sanzionatorio favorisca
l'inadempienza alla legge così come i dieci anni di iscrizione al rispettivo
albo professionale del tecnico abilitato non sia garanzia sufficiente
di competenza e propongono di associare ad esso un apposito corso abilitativo.
L'ANIM Nazionale, criticando la legge alla radice, sottolinea come ciò
che darebbe effettiva garanzia di sicurezza ai cittadini sia il semplice
rispetto della normativa vigente e pertanto sollecitano i comuni ad
attivare i controlli a campione previsti dalla 46/90 che il DPR 392/94
stabilisce debbano essere condotti almeno sul 10% delle abitabilità
che annualmente vengono concesse. Oltre a ciò l'associazione degli impiantisti
e dei manutentori degli impianti elettrici sollecita i comuni a redigere
Regolamenti Edilizi che recepiscano le indicazioni delle leggi esistenti
senza ulteriori proroghe e conclude che anche il Fascicolo rischia di
diventare unicamente un onere ulteriore per il proprietario senza un
reale incremento della sicurezza. L'UNAE Lombardia considera inutile
il vincolo dei dieci anni di iscrizione all'albo per essere abilitati
e propone un estensione di questa facoltà anche ai professionisti più
giovani. Nel ribadire la necessità di effettuare i controlli previsti
dalle leggi esistenti, avanza una perplessità rispetto ai corsi sulla
sicurezza ove i più esperti insegnano ai più giovani la regola e al
contempo l'inganno. |
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