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· SPECIALE EDILIZIA SAIE 2000

di Paolo Ferrario   Ferramenta 2000,
Ott 2000, n°71
     


·FISSAGGIO

     
Tra gli utensili presenti al SAIE di Bologna largo spazio è dedicato alle chiodatrici, alle rivettatrici e alle graffatrici. Il rivestimento è sempre più diffuso e nuove forme di decorazione tornano nel mondo delle costruzioni avvalendosi della tecnica del fissaggio meccanico.
     
Tra le operazioni che si volgono in cantiere il fissaggio merita qualche considerazione a parte. Indipendentemente da ciò che viene costruito, il cantiere è di per sé una struttura temporanea, mobile e in continua evoluzione. Per questa ragione, per essere allestito e poi smontato, sono richieste una infinità di operazioni di costruzione e di rimozione che necessitano di strumenti di fissaggio rapidi e veloci.
I casseri e i ponteggi stessi sono strutture destinate ad essere armate e disarmate quanto più celermente è possibile e, a questo scopo, i carpentieri impiegano attrezzi e strumenti opportuni, come le strettoie, i chiodi e i tasselli, che permettono un fissaggio tanto sicuro quanto rapido da rimuovere. Oggi per esempio, in seguito alle nuove normative sulla sicurezza, è più che mai obbligatorio fissare il ponteggio per assicurarne la stabilità, per questo motivo sono sempre più diffusi particolari tasselli ad anello che possono essere recuperati al termine dei lavori.
In alcuni casi i tasselli vengono adoperati anche nelle parti strutturali dell'edificio, in particolar modo quando per realizzare travi e pilastri si adotta il legno o le putrelle di acciaio. In questi casi la bulloneria e i tasselli per il fissaggio pesante sono i protagonisti della costruzione. Nella scelta dei prodotti è ben tenere in considerazione non solo le capacità di resistenza a trazione ma anche la resistenza ai carichi verticali, al taglio e al momento.
A questo scopo ogni azienda riporta nel proprio catalogo sia le modalità per una corretta messa in opera sia le caratteristiche tecniche e le resistenze di ciascuna tipologia di prodotto.
Alcuni tasselli, poi, sono abbinati a resine mono o bicomponenti da iniettare nel foro prima della introduzione del tassello. Tali resine sono indispensabili per risolvere le condizioni di fissaggio più gravose e sono sempre più diffuse a causa del fatto che il supporto è spesso costituito non da materiale omogeneo, come il calcestruzzo o i mattoni pieni, ma da mattoni forati e da giunti di malta che riducono la superficie di attrito e le resistenze necessarie ad una buona tenuta del tassello.
Per facilitare l'esposizione e l'individuazione del giusto strumento di fissaggio le aziende si adoperano per distribuire i loro prodotti in blister che appositi dispositori a parete raccolgono in maniera razionale. I negozi di ferramenta vanno dunque progressivamente librandosi da scaffalature a tutta altezza e irraggiungibili per dividersi in parti omogenee e tematiche come i più moderni supermercati.
All'ampia gamma dei tasselli oggi sul mercato fa compagnia una vastissima offerta di utensili specifici per la messa in opera come i trapani, le chiodatrici, le rivettatrici, tutti strumenti di lavoro che possono essere alimentati dalla rete elettrica, da batterie, oppure essere pneumatici o agire per semplice massa battente. L'evoluzione in questo campo è rapidissima e altrettanto rapida è l'evoluzione dei loro caricatori che permettono di sparare chiodi in sequenza senza alternare il lavoro con noiose pause per ricaricare la pistola.
Da un certo numero di anni a questa parte va detto che le operazioni di fissaggio in cantiere sono moltiplicate. Alla libera ed onesta manifestazione dei materiali da costruzione oggi si tende a preferire il rivestimento delle superfici.
La lattoneria è scesa dai tetti e nuovi laminati al titanio oppure semplicemente plastici ripropongono, con l'aiuto di viti, bulloni e rivetti, nuove forme di decorazione. Oggi è raro che la nuova architettura valorizzi un giunto o un vano tecnico ma carter, rivestimenti di facciata e controsoffittature nascondono quello che si vuole nascosto.
Il nuovo cantiere edile fa uso frequente di tecniche di fissaggio che provengono dalla tradizione del lattoniere e del tappezziere, come la graffatura; la qual cosa fa tornare alla mente alcune parole degli architetti moderni di inizio secolo secondo le quali l'ornamento è dannoso perché, dopo qualche anno, deve essere sostituito come un vecchio abito.
La tettonica, sempre uguale, lascia progressivamente il posto alla scenografia, sempre differente.